Cercate qualcosa da leggere? Ecco un consiglio: è in libreria un bel libro sul momento costituente cileno: ‘Aquí se funda un país. Viaggio nella rivolta del Cile (2019-2020)’, Round Robin Editrice, uno dei pochi testi in italiano che racconta gli eventi cileni, scritto da Clelia Bartoli - filosofa del diritto presso l’Università di Palermo - che ha svolto ricerca sul campo, mentre il paese era attraversato dalla rivolta.
Il testo è un ibrido. E’ una cronaca della rivoluzione cilena che Bartoli ha osservato da vicino. O meglio, ci si è trovata dentro un po’ per caso, passando due periodi di ricerca a Santiago, dove era andata a svolgere uno studio totalmente diverso.
L’autrice fa poi un passo laterale dai tumulti e osserva gli eventi attraverso le lenti della sua disciplina. Ci sono delle domande di fondo che mi sono sembrate davvero brillanti: una rivoluzione è sempre un sovvertimento delle aspettattive, si chiede Bartoli, ci sorprende quando scoppia, ci delude quando si conclude? Il caso cileno poi è un esempio dello scontro tra potere costituito e potere costituente, e come il secondo possa piegare il primo e fargli cambiare forma senza - è questa è l’unicità del caso cileno - passare da una zona grigia di illegittimità/illegalità. E ancora: ‘perchè scoppiano le rivoluzioni'? Ovvero, cosa determina la formazione e la trasformazione delle opinioni nei gruppi sociali?
Queste ed altre domande lungo il libro, fanno della vicenda cilena un caso che racconta l’umanità ben oltre i confini del paese andino. E infine, grazie alla scelta di Bartoli sui diritti d’autore, acquistando il libro contribuirete a finanziare il Coordinamento delle vittime di traumi oculari. Il Cile infatti ha il macabro primato di manifestanti che riportano ferite agli occhi dovute alle repressioni della polizia cilena dall’inizio della protesta di ottobre 2019.
A partire dal libro, è nata l’idea di organizzare un seminario (pardon, webinar) per capirne di più su quanto sta accadendo nel paese.
L’appuntamento promosso dal CRS-Centro Riforma dello Stato e dal CESPI – Centro Studi di Politica Internazionale, è per il prossimo 15 gennaio, alle 16h30 e si potrà seguire online registrandosi qui o sulla pagina Facebook del CESPI.
Sarà una bella conversazione dove si alterneranno voci dall’Italia e dal Cile, dall’accademia, dal giornalismo, dal mondo della politica, di diverse generazioni e ciascuna con un legame speciale con il paese andino.
Insieme all’autrice interverranno:
Claudia Barattini, già Ministra della Cultura governo Bachelet II
Dario Conato, Responsabile America Latina CESPI
Donato Di Santo, già Sottosegretario di Stato agli Esteri
Piero Fassino, Presidente Commissione Esteri, Camera dei deputati
Maria Rosaria Stabili, Docente di Storia dell’America Latina, Università Roma Tre
José Antonio Viera Gallo, Già Presidente della Camera dei deputati e Segretario Generale della Presidenza della Repubblica del Cile
L'iniziativa sarà moderata da me e dalla giornalista Gabriella Saba.
C’è una relazione speciale tra l’Italia e il Cile, una filo che li unisce fin dal golpe militare del 1973 (ne avevo parlato qui). Tutti coloro che interverranno al webinar ‘Aqui se funda un pais’ interpretano, ciascuno a proprio modo, questa relazione speciale, a partire da Dario Conato, rappresentante del CESPI, che ha collaborato con gli esuli cileni a Roma negli anni ‘70 e poi lavorato nelle comunità contadine del Norte Chico cileno negli anni ‘90.
José Antonio Viera-Gallo per sfuggire alla repressione di Pinochet è stato esule dieci anni in Italia, la considera la sua seconda patria. Tornato in Cile ha assunto ruoli di primo piano nei governi della transizione alla democrazia e oggi si dedica a studiare in lingua originale l’opera di Nicolò Machiavelli.
Claudia Barattini lascia il Cile dopo il golpe e, insieme alla sua famiglia, trova riparo in Umbria, in quegli anni studia Economia alla Sapienza e balletto classico all’Accademia Nazionale di Roma. Rientra in Cile negli anni ‘80, dove si impegna nel campo dei beni culturali, diviene manager del settore. Torna in Italia nel 2006, come addetto culturale presso l’ambasciata cilena, poi Ministra alla Cultura nel governo Bachelet II.
Maria Rosaria Stabili ha studiato a fondo il paese e le sue élite, i suoi scritti sono pubblicati in italiano e spagnolo. Il Cile le ha riconosciuto importanti riconoscimenti (l’ordine al merito “Gabriela Mistral” per l’Educazione e la Cultura e il prestigioso titolo “Bernando O’Higgins”) per la sua opera. Ha vissuto a Santiago negli anni ’80, una fase di crisi economica e nuove ondate di repressione militare, e ho avuto la fortuna di ascoltare i suoi racconti di quegli anni difficili e intensi.
Donato Di Santo e Piero Fassino, da delegati del PCI-PDS-DS prima e uomini di governo poi, hanno visitato spesso il Cile e danno del tu ai suoi esponenti politici.
Di Santo ci andò per la prima volta nel 1990, a pochi mesi dal ritorno della democrazia. Arrivato a Santiago, iniziò a telefonare a tutti i suoi contatti cileni, ma nessuno rispose. Temette una nuova ondata di repressione militare. Ma era il giugno 1990, i cileni erano attaccati alla TV per le notti magiche dei mondiali di calcio in Italia. Ci tornò nel 1991 per un Consiglio dell’Internazionale Socialista, il primo al quale partecipa il PDS, dopo la svolta della Bolognina e il cambio del simbolo con la falce e martello. Insieme a lui, il responsabile esteri del partito, un giovane Piero Fassino, che in un ristorante di Santiago conobbe sua moglie (nella foto appaiono tutti insieme).
Gabriella Saba, giornalista esperta di America Latina, ci ha vissuto diversi anni, attraversandolo dal nord al sud. Lo ha raccontato per la Repubblica e il Venerdì. Ha intervistato intellettuali e architetti visionari, ha frequentato le ville sull’oceano dei discendenti dell’aristocrazia basca, ascoltato i racconti di giovani registi e dei figli di militanti dissidenti. I suoi racconti sono diventati le ‘Cronache cilene 2007-2017’ pubblicate da Il Reportage, una sorta di prologo al libro di Bartoli.
Queste piccole storie personali fanno parte della relazione speciale che lega Italia e Cile. E il libro di Clelia Bartoli, arrivata a Santiago nel 2019 trovandosi in mezzo al farsi della storia senza averlo preventivato, è un nuovo capitolo di questo legame. Che si rinnova oltre le generazioni del golpe del 1973 e arriva fino a noi oggi, nel momento costituente che vive il Cile mentre il mondo lo guarda.
Mettetelo in agenda: 15 gennaio alle 16h30 (ora italiana).
Prima di salutarci, vi raccomando di vedere ‘Rompan Todo’ documentario Netflix sulla storia del rock in America Latina, dai tempi delle prime cover band di fine anni ‘50 fino alla nascita di un filone di rock endemico, sopravvissuto alla repressione militare e poi rinato negli anni ‘90.
E vi segnalo anche la mia nuova rubrica ‘Retroscena sull’America Latina’ su EastWest, rivista di geopolitca, con pubblicazioni quindicinali. Qui trovate il primo articolo, sulla storica svolta pro-aborto in Argentina e le possibili conseguenze nella regione.
Alla prossima!
Ti è piaciuta la newsletter? È gratuita, indipendente e si diffonde col passaparola.
Se vuoi dare una mano, inoltrala a chi potrebbe essere interessato!
Per iscriversi: https://plazadignidad.substack.com/
Vuoi contattarmi? Scrivi a federiconastasi@gmail.com o rispondi a questa email.