Il 17 e 18 luglio 2023 si terrà a Bruxelles il vertice tra Europa e America Latina e i Caraibi (CELAC). Ritorna dopo 8 anni, l’ultimo era stato nel 2015.
8 anni nei quali le due regioni non si sono quasi guardate. L’Europa “guardava altrove, ad altre crisi, Medio Oriente, Libia, Caucaso” ha spiegato l’alto rappresentante per la politica estera, lo spagnolo Borrell.
D’altro canto, l’America Latina era divisa dalla crisi interne - come quella venezuelana - che hanno paralizzato la CELAC, e impegnata a rafforzare i legami con la Cina. È stato un divorzio consensuale al quale il vertice di luglio, forse, puo’ mettere fine.
Il vertice ritorna su iniziativa della presidenza semestrale europea della Spagna. E non è un caso. Storicamente, il paese iberico ha un diritto privilegiato nel definire le relazioni europee con l’America Latina. E questo non è necessariamente un bene, perché fa sì che la politica estera di tutta Europa dipenda dal momento politico di Madrid. E limita il ruolo di altri paesi, come l’Italia, che hanno legami storici con l’America Latina. Certo, anche l'Italia dovrebbe far sentire la sua voce nel consesso europeo sui dossier che riguardano l'America Latina. E spesso non lo fa.
Cosa aspettarsi da questo vertice? Che opportunita’ per l’Italia? Per chi volesse approfondire, vi segnalo un documento, curato dal CeSPI e altri centri studi, del quale sono coautore, insieme a Mario Cimoli e Patricia Polo. Si legge qui.
Delle relazioni eurolatinoamericane abbiamo parlato anche a Lione, in Francia, durante la Primavera Latina, una settimana di dibattiti, cinema e musica dedicata all’America Latina e organizzata da Noveuax Espaces Latinos, un’associazione nata da esuli cileni arrivati in Francia dopo il golpe militare di Pinochet.
Qui potete trovare l’ultimo numero della loro rivista, al quale ho contribuito con un articolo sulle prospettive delle relazioni eurolatinoamericane, oltre gli accordi commerciali.
Su questa newsletter, seguirò il cammino verso il vertice di luglio. Per oggi da Plaza Dignidad - Notizie dall’America Latina è tutto. Alla prossima!
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